Lasciare il proprio lavoro dopo tanti anni inaugura sempre una nuova fase di vita. Il caso di Valentino Rossi può sembrare molto lontano dalla realtà lavorativa di tutti i giorni. In realtà è molto più simile di quanto si possa pensare
A 26 anni dalla firma sul suo primo giorno di lavoro e dal suo primo contratto da professionista, Valentino Rossi ha annunciato che si ritirerà alla fine di questa stagione. Una notizia che era nell’aria dopo la piega che ha preso la sua folgorante carriera negli ultimi anni, ma che ha avuto ovviamente una vasta eco mondiale che continua in questi giorni, con riflessioni, considerazioni e dibattiti. Uno dei più grandi centauri di tutti i tempi, appende il casco al chiodo, dopo aver conquistato 9 titoli iridati tra 125cc, 250cc, 500cc e MotoGP.
Un’eccellenza italiana, un atleta unico anche per quello che ha rappresentato a livello mediatico, ma anche un uomo come tutti gli altri, con le sue debolezze, i suoi difetti ed un percorso professionale molto simile a quello di un qualsiasi lavoratore e professionista, al netto del talento, dei risultati ottenuti e del posto che ha conquistato nella storia dello sport e dei campioni italiani.
26 anni gli anni trascorsi nel MotoMondiale, con tratti distintivi inconfondibili, a partire dalla livrea con il 46, un simbolo riconoscibile a livello internazionale. Un percorso professionale probabilmente senza eguali, con un ventennio di successi e di prestazioni ad altissimo livello, a parte la parentesi Ducati 2011-2013 e gli ultimi anni di carriera, con prestazioni al di sotto delle sue possibilità per vari motivi. L’ultimo Rossi a livelli altissimi è probabilmente quel del 2015, passato alla ricerca della decima iride in carriera che però gli sfuma e finisce nelle mani di Lorenzo, anche a causa delle “furiose” battagli con Marc Marquez, culminate con il fattaccio di Sepang che costò il Mondiale al ragazzo di Tavullia, un Mondiale che sarebbe stato meritato a detta di tutti. Poi? Poi quello che succede un po’ a tutti noi: ancora sprazzi di Valentino Rossi ai massimi livelli, come la vittoria ad Assen nel 2017, ma diverse battute d’arresto, con un pesante infortunio alla gamba riportato prima del GP di San Marino. Rossi ha una grande tenacia e torna in pista tre settimane dopo ad Aragón, per poi andare a podio sullo stupendo circuito di Phillip Island. A fine 2018 è tra i primi tre in classifica mentre nel 2019 conquista altri due podi. L’ultimo podio per lui finora è quello del GP di Jerez 2020 (terzo posto). Gli anni aumentano, le prestazioni si abbassano e nel 2021, per la prima volta dopo 19 anni, passa ad un team non ufficiale, il Petronas Yamaha SRT, ma la stagione è una delusione sotto tutti i punti di vista. Da qui la decisione di lasciare la vita da centauro e di andare in pensione, pur avendo già nel 2022 un bell’impegno con l’esordio dell’Aramco Racing Team VR46 in MotoGp con la Ducati. Un doveroso excursus per una carriera inimitabile, che volge al termine.
Rossi va in pensione da motociclista, e chiude una parentesi di vita lunga 26 anni. Qui ritorniamo al parallelismo del titolo: Siamo tutti Valentino Rossi e la chiusura di un lungo rapporto lavorativo, al netto della vita da campione dello sport di Rossi, dà inizio ad una nuova fase della propria vita, è un vero e proprio spartiacque, l’inizio di una nuova era.
Cosa implica andare in pensione?
Sia che sia visto positivamente o meno, il pensionamento è un cambiamento e quindi comporta l’esigenza di nuovi equilibri.
Oggi Dc Group raccoglie i 10 consigli pratici per aiutare le persone ad affrontare i cambiamenti di ruolo, da “lavoratore” a “pensionato”, basati sulla ricerca scientifica proposti dalla British Psychological Society
1) Nuovi stimoli, nuove cose da fare
La dottoressa Laura Brown dell’Università di Manchester ce ne spiega l’importanza: “L’analisi dei dati a nostra disposizione ci mostra che prendersi un nuovo ruolo, come per esempio dare ripetizioni o aiutare la manutenzione dei parchi locali, ha un impatto positivo sulla salute e il benessere delle persone che affrontano un cambiamento”.
2) Dare spazio ad arte e creatività
La dottoressa Daisy Fancourt (University College London) consiglia 15 minuti al giorno dedicati ad arte e creatività!
“Ricerche condotte su adulti over 50 suggeriscono che attività artistiche, come la pittura o il canto o lavorare a maglia, e attività culturali, come andare a teatro e mostre, possono generare maggiore benessere, abbassare le probabilità cadere in depressione e aiutare ad abbassare la velocità di declino cognitivo… L’arte aiuta anche a proteggerci dal dolore cronico e da disabilità e fragilità connesse all’avanzamento dell’età”.
“È importante tenersi impegnati, meglio dedicandosi a cose nuove. Studi condotti su adulti di età superiore ai 60 anni suggeriscono che intraprendere nuove attività come imparare una nuova lingua può essere di beneficio per la salute cognitiva.” (Professor Alan Gow, Heriot Watt University)
3) Fondamentale dedicare tempo all’attività fisica
“Passare del tempo all’aperto è uno dei modi più economici di mantenere una buona salute, sia fisica che mentale. Uscire di casa per una passeggiata migliora la salute del sistema cardiovascolare e la forza muscolare, ma aiuta anche a stimolare la mente grazie alle interazioni sociali. Stare all’aperto aumenta anche la connessione con la comunità locale, creando maggiore benessere”, dice la dottoressa Marica Cassarino, Università di Limerick, Irlanda.
4) Continuare a vivere con passione ed onestà la sessualità
La dottoressa Sharron Hinchliff (Università di Sheffield), ci dice: “le opinioni di altri possono modificare il nostro comportamento e possono limitare la nostra voglia di cercare aiuto, per paura di essere giudicati per essere interessati alla sessualità da anziani. Stereotipi riguardanti l’età possono anche causare imbarazzo ai medici, e portarli a non porre domande sulla sessualità a pazienti anziani, il che lascia l’onere di sollevare la questione ai pazienti stessi”.
5) Organizzare il tempo libero
“La pianificazione di attività sociali è importante tanto quanto la pianificazione finanziaria” ricorda il professor Alex Haslam.
La dottoressa Mary Anne Taylor (Clemson University) sottolinea l’importanza di concentrarsi sulle proprie competenze, hobby e interessi da coltivare cercando di entrare in contatto con altre persone che condividano gli stessi argomenti. Corsi vari, centri e associazioni e altri gruppi offrono un’opportunità di esplorare hobby, sviluppare nuove competenze, viaggiare, incontrare altri che condividono i tuoi interessi.
6) Curare la propria vita sociale anche con la tecnologia
La dottoressa Tracy Mitzner (Georgia Institute of Technology) conferma: “i social media e le tecnologie di video-chat, come Skype e FaceTime, offrono opportunità ai pensionati di interagire con i figli e i nipoti che vivono lontano, in altre parti del paese o del mondo. Se le tecnologie possono essere poco intuitive per gli anziani, può essere una soluzione al problema fare un corso o chiedere aiuto per imparare”.
7) Dotarsi di autocritica e essere sinceri con sè stessi
Il professor Mark Leary (Duke University) sostiene che “la ricerca dimostra che una risposta sincera alle proprie difficoltà aiuta molto a ridurre la frustrazione, lo stress e la depressione che spesso accompagnano l’avanzare dell’età. Inoltre trattarsi con comprensione, attenzione e gentilezza, aiuta a mantenere una qualità di vita alta”.
8) Flessibilità mentale
La professoressa Gina Rossi (Vrije Universiteit Brussel) raccomanda: “La flessibilità psicologica o la capacità di rimanere aperti e accettare le proprie esperienze ci aiuta a capire i migliori modi possibili di misurarsi con la situazione. Essere capaci di vedere la gamma delle opzioni a nostra disposizione conduce a maggiore benessere rispetto a quanto si può ottenere dall’essere inflessibile”.
9) Elimina il superfluo
Come rimarcato da Gail Lincoln, dell’Università di Westminster, è importante eliminare le cose non più necessarie alla propria vita quotidiana, soprattutto quelle che arrecano disturbo e attentano alla serenità.
10) Allargare le proprie prospettive
La dottoressa Maria Karanika-Murray (Nottingham Trent University) è sicura: “Un buon adattamento comprende acquisizioni e perdite. Mettere le cose in prospettiva può aiutare a capire come le nostre abilità e capacità possono compensarsi. Dai priorità agli obbiettivi che vuoi raggiungere e pianifica il futuro per sfruttare al massimo i tuoi punti di forza e le circostanze”.