L'effetto Dunning-Kruger

Marzo 31, 2023

Oggi vi raccontiamo questo fenomeno che vede alcune persone, con poca competenza su determinate materie, sovrastimarsi. Ma non fingere, credere di sapere sul serio. È l’effetto Dunning-Kruger che in alcuni casi porta a conseguenze surreali

So di non sapere! Diceva Socrate. Ma a differenza sua, tante persone non lo sanno.

L’effetto Dunning-Kruger  di cui parliamo oggi nell’approfondimento Dc Group è un fenomeno psicologico che descrive la tendenza delle persone meno competenti in un determinato ambito a sovrastimare le proprie capacità. C’è anche il risvolto negativo di questo effetto e riguarda coloro che invece sono più competenti e tendono a non riconoscerlo. In altre parole, le persone che sono meno esperte in una certa materia tendono a ostentare sicurezza, pensando di sapere di più di quanto in realtà sanno, mentre coloro che “sanno” tendono a sentirsi meno sicuri delle loro conoscenze.

Come spiegato dai socio-psicologi David Dunning e Justin Kruger, <<la distorsione deriva da un’illusione interna nelle persone con scarse abilità e dalla loro errata percezione esterna delle persone estremamente abili; l’errore di valutazione dell’incompetente deriva da un giudizio errato sul proprio conto, mentre quello di chi è altamente competente deriva da un equivoco sul conto degli altri>>.

L’effetto Dunning-Kruger si manifesta in diversi modi. Ad esempio, le persone che ne sono affette possono avere difficoltà a riconoscere le proprie lacune, e possono essere inclini a fare affermazioni erronee o giudizi sbagliati senza rendersi conto di ciò che stanno facendo. Inoltre, possono avere difficoltà a valutare correttamente la qualità delle loro stesse performance..

L’effetto Dunning-Kruger può avere conseguenze negative, ad esempio in contesti in cui è importante valutare la competenza delle persone, come nel mondo del lavoro o della politica. Ma a volte può avere risvolti surreali.

Nel 1995 a Pittsburgh, il quarantacinquenne McArthur Wheeler decise di rapinare due banche nello stesso giorno. Senza maschere, né travestimenti (vedi foto)  pur sapendo che ci fossero delle telecamere a riprenderlo. Dopo poche ore, la polizia lo rintracciò e arrestò. Al momento della sua cattura, disse agli agenti: “Ma io indossavo il succo!”.

Il povero Wheeler McArthur era convinto che, applicando del succo di limone sul suo viso sarebbe risultato invisibile alle telecamere. <<Il rapinatore credeva di essere non riconoscibile grazie al succo di limone, perché, qualche tempo prima, un amico gli aveva mostrato che, scrivendo su un foglio alcune parole utilizzando succo di limone, la scritta rimaneva invisibile fino a quando non la si avvicinava a una fonte di calore. Dunque, Mc Arthur si era convinto che, cospargendosi il viso di limone e rimanendo lontano da fonti di calore, non sarebbe stato visibile agli altri, né tantomeno alle telecamere>>  scrive Antonella Barone su Biomedicalcue.

Insomma, diamo a Socrate quel che è di Socrate e a McArthur diamo… una pacca sulla spalla.

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