Un’indagine pubblicata da ExpressVPN racconta di un mondo che confida molto nella creazione di nuovi posti di lavoro nel metaverso. Le risposte di datori di lavoro e aspiranti lavoratori.
È fresca fresca la notizia del primo studente che ha discusso la tesi per la laurea nel Metaverso, in presenza e con avatar. Non è una boutade, ma la storia di Edoardo Di Pietro, studente toscano appassionato di tecnologia e nuovi media, che ha portato la sua tesi sul Metaverso al Campus Einaudi di Torino.
<<Si è laureato, il primo in Italia – e c’è chi sostiene addirittura al mondo – sul Metaverso, la realtà virtuale dove le persone grazie agli avatar possono essere chi e cosa vogliono. Una discussione che, grazie alla piattaforma Spatial.io, Edoardo, in completo nella realtà, ma con avatar in versione casual, ha potuto sostenere creando una stanza a forma di arena dove ha mostrato il lavoro di un anno, partendo dalla storia dei primi universi virtuali fino a un’analisi delle più recenti soluzioni del mondo digitale e le loro possibili applicazioni>> leggiamo su Il Sole 24 Ore.
Dallo studio e dalla laurea conseguita sul Metaverso, alle prospettive di lavoro in questo nuovo mondo, il passo è breve. Puntando sulle straordinarie potenzialità dei mondi virtuali, quanti posti di lavoro si potrebbero creare? E i datori di lavoro, come gli aspiranti lavoratori, sarebbero felici di questo nuovo percorso professionale?
<<Tra gli intervistati, il 69% dei datori di lavoro afferma di aver già sviluppato familiarità con il Metaverso, mentre la percentuale si abbassa al 42% tra i dipendenti. Nella prima categoria, il 77% dichiara di essere interessato a sfruttare la tecnologia in ambito professionale. La quota scende invece al 57% tra i collaboratori. Di questi, il 63% confida di essere preoccupato per le modalità di raccolta e trattamento dei dati che lo riguardano in questo contesto inedito>>, scrive Davide Tommasi (Punto Informatico) analizzando la ricerca sul lavoro nel metaverso di ExpressVPN condotta interpellando 1.500 datori di lavoro e 1500 dipendenti negli USA.
Millenial, Gen X e Boomer intervistati sembrano entusiasti di questa possibilità, seppur con qualche timore sul rispetto della privacy. Tra i big del mercato, Microsoft è quella che ispira più fiducia (61%) mentre ad esempio big come Meta (36%) a causa degli ultimi accadimenti deve recuperare terreno.
Ma quali caratteristiche servirebbero per essere assunti nel Metaverso?
- Creatività (73% degli intervistati)
- Consapevolezza e soddisfazione per questo tipo di lavoro (63% degli intervistati);
- Produttività (63% degli intervistati).
Qui potete scaricare il report completo > Link
Le potenzialità del Metaverso sono indubbiamente enormi, ma c’è ancora da “lavorare” per tradurre in realtà, virtuale, ma tangibile, la prospettiva di nuove occupazioni in questo mondo, con un occhio di riguardo alla privacy e ai dati sensibili che, in queste nuove piattaforme, sono sempre a rischio. Quindi sì al Metaverso, ma con la giusta attenzione, affinché non ci vada… di traverso!