Con mascherine, ma senza maschere
Il 28 gennaio 2020 l’Oms dichiara l’emergenza globale per il Coronavirus: ‘Non è possibile immaginare quanto sarà grande l’emergenza’. A 2 anni esatti da questa dichiarazione una delle poche certezze acquisite è che la pandemia ha mostrato pregi e difetti di tutti noi, estremi opposti, ossessioni, solidarietà, paure, ansie, forza, ottimismo, disperazione. Tutto rigorosamente vero. La verità, nuda e cruda, con mascherine, ma senza maschere.
A due anni esatti dalla dichiarazione di emergenza globale dell’Oms per il Covid un articolo del World Economic Forum ha analizzato i dati IPSOS più recenti e ci mostra come siamo cambiati in questi 2 anni e come oggi la nostra routine corrisponde ad è una vita che mai avremmo ipotizzato di condurre. Un dato astratto, ma tangibile è che il contesto generato dalla pandemia ha manifestato da una parte le fragilità e dall’altra i punti di forza del genere umano.
Nuovi pensieri prima in secondo piano, oggi rientrano fra la priorità della maggior parte di noi. Così come sono emersi nuove aspetti: l’importanza della salute mentale, le manifestazioni di rancore, le fazioni, le mancanze di rispetto, l’aumento delle disuguaglianze, la crisi demografica, l’ottimismo, la disperazione: tante facce della stessa medaglia hanno iniziato a riempire pagine e pagine della nostra vita.
Secondo un’analisi di Focus, il Covid e – tutto quello che ne consegue- ha fatto emergere nuovi spunti di riflessione, che abbiamo ricondotto a 8 punti:
1) <<Ci ha reso più ansiosi, depressi, stressati, e le ricadute psicologiche sono state gravi soprattutto tra i giovani, i meno colpiti (fisicamente) dal virus. Purtroppo in Italia non tutti sembrano convinti dell’importanza del supporto psicologico: mentre in Lombardia è stata finalmente introdotta la figura dello psicologo di base, che affianca il medico di base, nell’ultima legge di bilancio del governo ancora una volta non ha trovato posto l’emendamento riguardante il bonus psicologo>> scrive Chiara Guzzonato.
2) Questo stress e questa abitudine di passare più tempo “al riparo” fra mura amiche ci ha convinto la cosa più sicura è fare tutto in maniera virtuale, perfino fare acquisti online ha sostituito un “classicone” delle famiglie, la spesa, e ciò ha ridotto enormemente la nostra voglia di socialità.
3) La pandemia ha creato un solco ancor più profondo in tante categorie, aumentando le disuguaglianze. “Tra gli anziani, più deboli nei confronti del virus, e i giovani; tra le donne, che hanno dovuto provvedere alla cura dei figli (a discapito del lavoro) e gli uomini; ma anche tra bianchi e neri e, negli ultimi mesi, tra Paesi ricchi e Paesi poveri, questi ultimi penalizzati nella campagna vaccinale”, leggiamo ancora su Focus.
4) Crollo delle nascite. Ironia a parte sulla chiusura in casa forzata, i dati parlano chiaro: in Italia nel 2021 sono nati 12.500 bambini in meno rispetto al 2020, proseguendo il trend negativo registrato negli ultimi anni.
5) Usciamo poco, viaggiamo pochissimo. Volenti o nolenti i dati su uscite per svago e viaggi hanno raggiunto picchi negativi mai registrati prima in questo biennio.
6) Tendenza al pensiero de-globalizzato. Non più propensione e totale fiducia in un mondo globalizzato e che quindi “replica” tutto, pandemie comprese. L’opinione pubblica è cambiata, ora la cosa che spaventa di meno è fare tutto o quasi in casa propria e nel proprio Paese.
7) Sfiducia nella politica: secondo l’indagine IPSOS 2021 sulle professioni maggiormente degne di fiducia i politici sono all’ultimo posto!
8) Timore per la crisi climatica: neanche la crisi sanitaria e le restrizioni hanno fermato le emissioni di CO2: <<la COP26 tenutasi lo scorso novembre a Glasgow, ha restituito un quadro piuttosto tragico del futuro climatico del nostro Pianeta. Se non ci sbrighiamo ad agire, la prossima sfida per l’umanità potrebbe non riguardare la futura pandemia, ma la sopravvivenza della specie umana sulla Terra>>, precisa Focus.
Come aveva correttamente dichiarato l’Oms 2 anni fa: ‘Non è possibile immaginare quanto sarà grande l’emergenza’. E a tutt’oggi non abbiamo la perfetta cognizione di quando potremo decretare la fine di questo periodo di pandemia. La convinzione è quella di aver assistito e di assistere ad un periodo in cui tutto il potenziale umano, in positivo ed in negativo per utilizzare due aggettivi ricorrenti, si sia espresso. Con mascherine, ma senza maschere.