Abbiamo spesso trattato l’argomento dell’importanza delle soft skill nel mondo del lavoro. Ma negli ultimi tempi i responsabili dell’hr sembrano attratti molto dalle power skill. Di cosa si tratta?
Hard, soft e ora anche power: insomma, senza skill non si va da nessuna parte. E questo è un bene. Sulle hard e sulle soft ci siamo già confrontati in precedenti approfondimenti sul blog Dc Group e su questa pagina LinkedIn. Ma avete mai sentito parlare delle power skill?
Le power skill racchiudono tutte quelle competenze – sviluppatesi soprattutto negli ultimi anni e in particolar modo dal 2019 in poi – che servono alle risorse (ma anche all’azienda) per essere ricettivi al massimo e pronti al cambiamento, qualsiasi esso sia. Dalla gestione dei propri spazi (reali e virtuali) e dei propri tempi, all’utilizzo di nuovi software specifici, dal recepimento della trasformazione digitale alla capacità di adattamento ad un contesto sempre più incerto.
Le power skill abbracciano anche il pensiero critico, l’etica aziendale e la comprensione delle proprie potenzialità rispetto ad un business, ad un progetto, ad una iniziativa professionale.
Se aiutano ad essere più efficienti sul lavoro, recenti studi affermano che possono essere decisive per differenziare una candidatura rispetto ad un’altra, far privilegiare un curriculum in luogo di un altro, laddove magari sugli altri parametri il confronto risultasse in pareggio. La tendenza a dare molta importanza alle power skill da parte degli uffici hr è stata recentemente confermata anche dal portale Peoplematters
Come spiega Emanuele Castellani, CEO di Cegos Italia, con power skill si intende:
“l’insieme delle competenze che supportano individuo e organizzazione nel percorso di crescita e adattamento al contesto di riferimento”.
Josh Bersin, esperto HR ha individuato diverse power skill che oggi risultano decisive e ha segnalato le prime 5 in ordine di importanza:
- Flessibilità
- Tenacia
- Ottimismo
- Capacità di apprendere
- Gentilezza
Ma vale la pena inserirle anche sul CV?
Secondo Riccarda Zezza , Founder of the EdTech company LIFEED and author of MAAM – Maternity as a Master, assolutamente sì:
“Si tratta – aggiunge – di attitudini e valori che evidentemente si trasformano in saper fare. Sono esperienziali, beneficiano di esempi e di role model, sono spesso nascoste nella diversità”, ha dichiarato a Il Sole 24 Ore.
Dunque nuove frecce nell’arco dei candidati a nuovi posti di lavoro e nuovo materiale per i recruiter di tutta Italia.
E tu cosa ne pensi? E, soprattutto, di che skill sei???