Hanno avuto grande risonanza le parole espresse dello stilista Giorgio Armani, pronunciate per il conferimento della Laurea Honoris Causa in Global Business Management al Teatro Municipale di Piacenza dall’Università Cattolica. Il tema sollevato è spesso trattato nei nostri approfondimenti sul blog Dc Group e riguarda la scala di priorità che diamo alla nostra vita professionale nel confronto con la vita personale.
“Coltivare l’amore per ciò che fate con rispetto di chi vi è vicino”. Così si è rivolto Giorgio Armani agli studenti dell’Università di Cattolica ieri, 11 maggio 2023, per il discorso celebrativo della sua Laurea Honoris Causa in Global Business Management, ricevuta per la dimensione internazionale del marchio, per l’approccio olistico alla sostenibilità, per la ricerca inesausta di miglioramento e per la consapevolezza della centralità dell’impresa nella creazione di valore condiviso.
“Ho parlato di me, pensando soprattutto a voi studenti, vorrei che la mia storia fosse di stimolo ed esempio per ricordarvi che il lavoro vero porta lontano”, ha ribadito.
Giorgio Armani ha cucito e ricucito i passaggi più importanti del suo percorso professionale e personale, rammentando che quella conferitogli ieri è la quarta laurea honoris causa ricevuta nei sui 89 anni di vita. La sua carriera da stilita, iniziata 48 anni fa, nel 1975, lo ha portato ad avere un marchio riconosciuto in tutto il mondo e ad essere un fiero alfiere del Made in Italy da e per decenni.
“Questa laurea ha un valore speciale perché premia il mio ruolo di imprenditore e la passione che mi hanno permesso di trasformare un sogno in un gruppo solido, simbolo del made in Italy, speciale perché mi viene conferita nella mia città natale, un luogo magico e pieno di ricordi, da Piacenza sono partito per cercare la mia strada che ho trovato a Milano, ma le mie radici sono rimaste sempre qua“, ha proseguito. In un passaggio molto intenso ha ricordato la morte del socio e compagno Sergio Galeotti, nel 1985: “Ho fondato la Giorgio Armani insieme a Sergio Galeotti, il primo a credere veramente nel mio talento, lui si occupava del business e io della creatività, ma il destino mi ha messo a dura prova e, a seguito della scomparsa del mio socio, per far sì che la Giorgio Armani sopravvivesse, ho dovuto occuparmi di persona dell’azienda. Molti pensavano che non ce l’avrei fatta, ma grazie alla mia caparbietà e al sostegno delle persone a me vicine, sono riuscito ad andare avanti: è stato un percorso lungo e a tratti complesso, i momenti difficili li ho superati con l’impegno e la dedizione e il rigore, i valori che ho assimilato in famiglia e che raccomando sempre di seguire per dar forma a ciò in cui si crede, ancora di più oggi che si moltiplicano i successi effimeri perché ciò che chiede impegno dura”.
Da sempre, ha ribadito lo stilista, “ascolto il parere degli altri, ma sono io che prendo le decisioni, soppesando sempre rischi e benefici, con un grande senso di responsabilità. Sono un creativo razionale, ma la spinta nasce sempre dalla passione, da un’intuizione e dal desiderio bruciante di realizzarla. Ogni idea, in fondo, è frutto di un innamoramento e questo lavoro, che per me è la vita, è un atto continuo di amore. Anche a voi – ha sottolineato rivolto agli studenti – raccomando di coltivare l’amore per ciò che fate con rispetto di chi vi è vicino”.
A margine del suo discorso, in uno scambio di battute con l’ANSA e rivolto sempre ai giovani, un passaggio molto importante: “Dovete studiare con impegno, osservare la realtà e lavorare con passione e coerenza senza lasciarsi abbattere né farsi incantare dai facili successi, perché è la sostanza che conta. Lavorate ma non dimenticate, quando tornate a casa, che avete un cane, un gatto un bambino o un amante perché andando avanti si ha bisogno di persone al fianco”. Rimanendo nel campo della moda, chapeau!