FUGA DI CERVELLI, PERDIAMO UN CAPITALE…UMANO

Novembre 25, 2021

FUGA DI CERVELLI, PERDIAMO UN CAPITALE…UMANO

Il Centro Studi e Ricerche Idos, sulla base dei dati principali sulle “nuove migrazioni” raccolti dall’Istat e dall’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), fotografa una situazione chiara: in un decennio un milione di italiani sono emigrati all’estero

Un calo leggero (-8%) rispetto allo scorso anno e al trend degli scorsi anni c’è stato, ma si tratta solo un effetto transitorio dovuto all’emergenza sanitaria e alle restrizioni e non di un cambio di rotta del fenomeno della fuga di cervelli dall’Italia all’estero. Nel 2020 112.218 lavoratori qualificati si sono cancellati dalle anagrafi comunali per espatriare, confermando una tendenza radicata nel nostro Paese in particolare negli ultimi 10 anni, con un ritmo crescente nel tempo che ha visto superare le 100mila unità all’anno già a partire dal 2015.

Questi sono i dati di coloro che ufficialmente dichiarano il cambio di residenza, ma sono molti di più, se si considerano coloro che lasciano l’Italia per un periodo, di studio o lavoro. La pandemia non ha fermato questo esodo, come è avvenuto per altri fenomeni che dipendono dagli spostamenti (banalmente gli spostamenti turistici) che ha visto in 16 anni aumentare i migranti dall’Italia dell’82 %. Se a questi aggiungiamo i nuovi nati da residenti oltreconfine, gli italiani all’estero registrano un aumento del 3 %.

  • Il motivo? Lavoratori qualificati impossibilitati ad esprimere il loro potenziale in Italia o chi cerca un lavoro o delle condizioni di vita che l’Italia non riesce a garantire

 

Siamo tornati ad essere un Paese di emigrazione, piuttosto che di immigrazione: sempre secondo l’Istat, a inizio 2021, gli stranieri residenti in Italia ammontano a poco più di 5 milioni: dopo un ventennio di crescita ininterrotta, anche la popolazione straniera si ridimensiona.

In Italia la popolazione autoctona e la popolazione immigrata non crescono più, l’unica Italia che cresce è quella che si sposta fuori dall’Italia, ufficialmente e ufficiosamente.

PERDIAMO UN CAPITALE…UMANO

Bassa la percentuale di ritorni e questo nonostante molti abbiano perso il posto di lavoro all’estero o la possibilità di accedere al lavoro da remoto.

<<L’analisi del movimento anagrafico di medio periodo, su dati Istat, conferma la peculiarità della nostra emigrazione contemporanea, caratterizzata da tanta “fuga di cervelli” e poca “circolazione di cervelli”>> (Il Sole 24 Ore).

In Italia poi assistiamo ad un grande paradosso: produciamo pochissimi laureati (nel 2018 i 30-34enni laureati erano in Italia il 27,8%, contro il 40,7% della media Ue) e questo dovrebbe rendere i laureati più appetibili per il nostro mercato del lavoro; al contrario la laurea continua a non offrire, come invece avviene nel resto dei Paesi Ocse, possibilità d’impiego maggiori: tra il 2008 e il 2020 sono ufficialmente espatriati dall’Italia 355mila giovani tra 25-34 anni, la maggior parte dei quali laureati o laureandi, a fronte do soli 96mila coetanei che sono rimpatriati.

È evidente la perdita di capitale umano se pensiamo che una grossa fetta delle nuove generazioni e quindi del nostro futuro se ne va. Se a questo aggiungiamo che gran parte di questi sono lavoratori o aspiranti lavoratori qualificati e che in Italia registriamo un calo di nascite costante, le prospettive per il nostro Paese, se non si interviene, sono abbastanza allarmanti.

  • Vedremo se con le ingenti risorse stanziate con il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e destinate all’efficientemento di tutto il Sistema Paese italiano riusciremo ad invertire la tendenza.

In Dc Group diamo estrema importanza al capitale umano e, se è vero che siamo un’azienda multiculturale e questo è uno dei nostri punti di forza, abbiamo una forte componente italiana perché facciamo di tutto affinché “i cervelli” restino ben saldi e valorizzati nella nostra azienda!

 

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