Una bella metafora di questa era professionale è l’adattabilità negli anni della giraffa, il cui lungo collo è cambiato nel tempo per permetterle di sopravvivere ai cambiamenti del mondo intorno
Viviamo un’era di grande incertezza. Sappiamo che in questi ultimi anni gli stravolgimenti e gli eventi inaspettati hanno dato grosse scosse alla nostra quotidianità, che non è mai tornata quella di prima. Un male, un bene? Un rammarico, un’opportunità? Semplicemente un’evoluzione dei tempi.
Se il mondo intorno a noi cambia e si stravolge, l’importante è che aziende e persone, nel mondo del lavoro, restino al passo coi tempi. La digitalizzazione forzata di questi ultimi (quasi) 3 anni, ha fatto nascere nuove dinamiche e nuove esigenze sia da parte delle aziende, ma soprattutto da parte delle risorse. Lo abbiamo documentato ampiamente sulla nostra pagina LinkedIn e sul blog Dc Group.
Quante si è abusato del termine “resilienza” in questi anni? Pensate, è tra le parole più utilizzate come hashtag sui social. Qualcosa, però, ci fa associare la parola a quest’epoca di cambiamento perché il segreto, a detta di tutti gli analisti, in un’epoca di stravolgimenti, è il grado di adattabilità. Occorre imparare a cambiare prospettiva. Perché, come dice Cetti Galante su Il Sole 24 Ore, …anche dopo una battuta d’arresto – e quella della pandemia è stata epocale – le occasioni di trovare un nuovo equilibrio sono molte più di quanto si pensi.
Ma trovare un nuovo equilibrio in una fase soggetta a scossoni non significa cercare immediatamente un nuovo lavoro simile al precedente o rinfrescare il proprio cv per inviarlo a qualsiasi azienda con posizione aperte. Trovare un nuovo equilibrio significa tirare su quel collo, farsi delle domande serie su come è possibile ricollocarsi in questo mercato del lavoro così complesso, ma così pronto a ricevere nuove idee e progetti innovativi.
<<Con oltre il 40% dei profili professionali ricercati dalle imprese che risultano introvabili è poi emersa d’un tratto l’importanza e la responsabilità dell’aggiornamento costante delle competenze per la propria employability interna o esterna all’organizzazione. La ricentratura, come presa di coscienza delle proprie aspirazioni, dei propri punti di ricarica di energia fisica ed emotiva e delle proprie competenze, è la condizione indispensabile per essere efficaci>>, leggiamo ancora su Il Sole 24 Ore.
Il libro “La strategia della giraffa. Cambiare orizzonte nel lavoro – e non solo” (Enrico Damiani Editore) ci suggerisce 5 skill assolutamente da coltivare
- l’autoconsapevolezza di cosa si è imparato, di cosa si può portare nel lavoro e di quale sia il proprio “sogno”;
- l’elasticità mentale per accogliere il cambiamento;
- la resilienza per assorbire energia dall’impatto e ritrovarsi in una condizione migliore;
- la proattività sulla propria formazione continua;
- l’orientamento al mercato per comprenderne i trend e confrontarsi continuamente, allargando la propria prospettiva.
Secondo Jean-Baptiste Lamarck (naturalista, zoologo, botanico, enciclopedista francese le giraffe), per potersi nutrire delle foglie degli alberi, allungarono a poco a poco il loro collo, tramandando questa modificazione di generazione in generazione.
Ecco, prendiamo esempio dalle giraffe e, oltre ad allungare il collo e lo sguardo su quello che ci circonda, rialziamo la testa, anche in ambito professionale!