Farm to Fork: stop agli sprechi alimentari
Le nuove abitudini alimentari in Italia stanno avendo un effetto negativo sulla gestione del cibo: smartworking, spesa online, ricorso alle piattaforme di consegna del cibo a casa hanno aumentato negli ultimi 12 mesi lo spreco di beni alimentari
Spreco alimentare, brutta sorpresa nell’ultimo anno: con oltre 270 milioni di tonnellate di cibo buttato l’Italia è la peggiore in Europa negli ultimi vent’anni!
L’ultimo report delle Nazioni Unite sugli sprechi alimentari è eloquente: nel mondo il 17% del cibo prodotto per i consumatori viene sprecato, circa 931 milioni di tonnellate di vivande che finiscono direttamente nella spazzatura, senza essere consumate. L’Italia è la pecora nera di questa allarmante classifica.
A fronte di questi dati e a coronamento di un percorso decennale alla ricerca di misure anti-spreco, il Parlamento europeo ha approvato il piano “Farm the Fork” un programma che aspira a ridurre drasticamente la quantità di cibo gettato via in casa, in ufficio, al sacco, nella filiera di produzione, nelle spedizioni, nei punti vendita. Come? attraverso nuove strategie basate su: processi sostenibili, prodotti salutari, produzioni animal-friendly, incentivo alla produzione locale, riduzione delle emissioni.
L’origine del problema, scrive Nina Lund, EMEA retail and consumer goods lead di Microsoft, risiede anche nell’ <<offrire ai clienti una scelta eccessiva di prodotti durante tutto l’anno>>. Questo comporta il trasporto di alimenti a distanze siderali, supply chain più lunghe e frammentate, produttori e fornitori che non riflettono i modelli di acquisto dei consumatori.
Solo implementando tecnologia e innovazione in tutte le fasi della catena alimentare e con la responsabilità e la consapevolezza di tutti in relazione al problema inizieremo ad invertire la rotta a livello globale.
In Dc Group sappiamo che ogni risorsa, anche quelle alimentari, necessita di cura, efficienza e organizzazione. Per questo diamo spazio a politiche interne, ma anche verso fornitori e clienti per sensibilizzare tutti anche sulla gestione oculata dei generi alimentari.