Caro bollette, guerra e Smart Working: e adesso?

Marzo 21, 2022

L’aumento vertiginoso del costo delle bollette, il protrarsi della guerra, il rischio della fine di forniture di gas russo: le utenze domestiche rischiano di mettere in crisi gli Smart Workers…

Smart working e utenze domestiche, la questione si complica. Già prima dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina il costo delle bollette era raddoppiato in Italia, adesso, con la guerra in corso e che non accenna a trovare una risoluzione, la situazione peggiorerà ulteriormente. Il Governo italiano sta cercando di ridurre il peso di questi nuovi aumenti, ma non sarà affatto facile nel medio – lungo periodo.  Secondo un’analisi condotta da Selectra, i costi da sostenere già nel mese di febbraio 2022 hanno e nel 1° trimestre 2022 incideranno notevolmente sull’economia degli utenti, singoli o in famiglia.

<<Se da un lato l’opportunità di lavorare da casa viene accolta positivamente dalla maggioranza dei lavoratori italiani, dall’altro lato non mancano le criticità inerenti all’aumento dei costi delle utenze. Rispetto a chi è rientrato in ufficio full-time, infatti, un lavoratore in Smart Working nel mercato tutelato spende – a gennaio e febbraio –  in media 17 euro in più per la luce e 39 euro in più per il gas. Sul mercato libero la differenza è pari a 10 euro in più per la luce e 32,5 euro per il gas>>, leggiamo su PMI.IT

L’indagine di Selectra ci dice che nel mese di febbraio 2022 uno smart worker full-time in regime di mercato tutelato ha speso circa 60 euro in più nella bolletta dell’elettricità rispetto a febbraio 2021, ovvero un incremento del +230%, mentre quella del gas ha visto il prezzo lievitare di circa 160 euro (+220% rispetto a febbraio 2021).

Va un po’ meglio per chi si è rivolto al mercato libero, con un risparmio totale (sempre febbraio 2021 vs febbraio 2022) di 45,5 euro sulla bolletta della luce e di 32 euro su quella del gas.

Se consideriamo che, ad oggi, il 32,5% degli italiani lavora stabilmente in smart working – ed escludiamo quindi chi aderisce a formule ibride che, secondo rilevazioni INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche pubbliche) è pari al 50% dei lavoratori – ci rendiamo conto che rischiamo di andare incontro a un generale impoverimento dei lavoratori italiani e ad una crisi dell’intero comparto dei lavoratori da remoto. E ancora non abbiamo calcolato l’incidenza ulteriormente negativa della guerra tra Russia e Ucraina.

Il discorso diventa più ampio e preoccupante perché oggi regna l’incertezza e la fluttuazione dei mercati è sempre più ampia. Non sappiamo quando finirà la guerra, non sappiamo le condizioni con cui si arriverà ad un cessate il fuoco. Ad esempio, se la Russia decidesse di chiudere i rubinetti del gas le conseguenze per il nostro Paese sarebbero devastanti, non tanto nell’immediato, ma nei prossimi mesi! È pur vero che il prezzo della benzina ha raggiunto un record mai toccato prima, quindi anche chi si reca al lavoro con veicoli a carburante vedrà un carico di spese complessivo nettamente superiore al 2021. Staremo a vedere, ma le prospettive sono tutt’altro che rosee.

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