Se sei tra queste 25 professioni avrai un 2022 in super ascesa
È proprio LinkedIn a lanciare l’amo a 25 esche: secondo i dati diffusi dalla piattaforma per il lavoro per eccellenza, 25 professioni andranno per la maggiore nei prossimi mesi. Crescono vertiginosamente le offerte gli ingegneri robotici e per gli esperti di sostenibilità, in piena sintonia col mondo che stiamo vivendo. Ma vediamo la classifica delle 25 professioni più richieste, ottenuta con i dati raccolti da LinkedIn negli ultimi cinque anni, ovvero da gennaio 2017 a luglio 2021.
1. Ingegnere robotico
2. Ingegnere del machine learning
3. Cloud architect
4. Ingegnere dei dati
5. Sustainability manager
6. Consulente di data management
7. Analista delle risorse umane
8. Talent acquisition specialist
9. Software account executive
10. Cyber security specialist
11. Banker
12. Data scientist
13. Sviluppatore back-end
14. Product manager
15. Clinic manager
16. Consulente di vendita al dettaglio
17. Business developer
18. Client manager
19. Gestore degli investimenti
20. Ingegnere full stack
21. Infrastructure architect
22. Payroll specialist
23. Sviluppatore front-end
24. Consulente ERP (Enterprise Resources Planning)
25. Addetto all’assistenza dei clienti
Se sei fra questi 25 professionisti avrai parecchie porte che si apriranno nella sfera lavorativa nel breve periodo.
Il report e i dati a disposizione di Linkedin, oltre a fotografare le risorse più richieste, mostrano che gli italiani guardano con una rinnovata sicurezza nuovi scenari lavorativi e, per il 54% cambieranno lavoro molto probabilmente nei prossimi 12 mesi. Il 59% ha indicato in flessibilità e lavoro ibrido 2 nuove componenti fondamentali nella scelta del nuovo incarico o nella permanenza nel vecchio posto di lavoro, mentre il 63% dei dipendenti è intenzionato a chiedere una promozione o a candidarsi per un ruolo più alto rispetto a quello attuale.
Con la pandemia è cambiata nettamente la percezione del “buon posto di lavoro”, che non dipende più solo dallo stipendio e dall’anacronistico “posto fisso” (ne abbiamo parlato qui > https://www.dcgroupitalia.com/press/il-posto-fisso-oramai-e-solo-una-fissa/), ma da tanti nuovi fattori, primo fra tutti il famigerato worklife balance.
Un’indagine condottada Indeed, conferma, anche se in una percentuale leggermente minore (46%), che gli italiani sono in procinto di cambiare lavoro nel 2022.
<<Lo stipendio è sempre tra i motivi principali di insoddisfazione di un lavoro visto che molto spesso è ritenuto inadeguato allo sforzo manuale e/o intellettuale che vi si dedica. In Italia è sempre stato un problema e di certo la nostra nazione non è considerata in Europa luogo dove la meritocrazia viaggia di pari passo con il salario. Infatti le stime pongono il nostro paese in una zona intermedia della classifica quanto a valore degli stipendi medi annuali. Poi mettiamoci anche l’effetto pandemia che negli ultimi due anni ha finito per impattare pesantemente anche sul mondo del lavoro e di conseguenza sulle paghe mensili. Così anche lo scorso anno in alcuni settori il divario salariale è rimasto molto elevato. Questo è quanto si evince dall’indagine svolta da applavoro.it, il portale che punta alla meritocrazia e mette in contatto domanda e offerta di lavoro, sugli stipendi mensili medi comunicati dagli iscritti alla piattaforma>> leggiamo su Avvenire.
E a proposito di avvenire, la tendenza sempre più diffusa è quella che le risorse hanno più consapevolezza dopo questi 2 anni di pandemia delle loro priorità e del loro valore. E questa è comunque un grande conquista.