A caccia di talenti: 6 aziende su 10 investono (male) tempo e risorse sui social

Febbraio 16, 2022

 

Le aziende hanno capito l’importanza di “gettare ami” per pescare i talenti, ma spesso manca l’esca, ovvero la forza attrattiva!

Un vecchio motto popolare recita: la pesca senza esca non è altro che una p! E ci tramanda il fatto che possiamo anche avere le migliori intenzioni, ma senza mezzi e strumenti adatti difficilmente raggiungiamo il nostro obiettivo. Nell’approfondimento di oggi affrontiamo proprio questo aspetto legato alla ricerca dei talenti da parte delle aziende. Tanti marchi hanno da anni capito l’importanza di posizionarsi bene sui social per attrarre i giovani e per rimanere connessi coi propri clienti o attrarne di potenziali: sono stati 41 milioni gli italiani presenti sui social network nel 2021, 6 milioni in più rispetto al 2020, secondo il rapporto Digital 2021 che intercettato partecipazione e abitudini di chi popola le pagine Instagram, Facebook e degli altri canali social. Quindi, a meno che tu non sia il presidente del Consiglio Mario Draghi, se vuoi comunicare ed essere recepito, è necessario valutare come e dove posizionarsi sui social.

<<Le imprese, e in particolare le Pmi, devono cogliere i segnali di cambiamento per definire nuove strategie di incontro con i propri clienti e con i propri “followers” (soprattutto i più giovani, che tante imprese dicono di cercare, ma non trovare)>> scrive Tommaso Galeotto su L’Eco di Bergamo.

 

Come in tutte le cose che ci accingiamo a fare in ambito lavorativo, ma come nella vita, avere metodo e competenze ci darà una grossa mano. Senza le basi, nessuna azienda può pensare di fare il salto di qualità agli occhi di chi frequenta i social e nessun marchio attrarrà nuove risorse se non ha nulla di interessante da far vedere o da comunicare.

Laura Caracciolo, social media manager di Emera Comunicazione, è convinta che «i social non sostituiscono il passaparola, ma lo rafforzano. La prima cosa che fanno soprattutto i giovani è quella di andare a cercare l’azienda di cui sentono parlare su internet, che è ormai diventata una vera e propria vetrina».

In Italia il problema non è la presenza (vedi grafici sotto), ma la sostanza, ovvero i contenuti della presenza e il modo di veicolarli che nella maggior parte dei casi non funziona! Mancano le competenze e la capacità di saper elaborare, pubblicare, sponsorizzare e dare una grafica accattivante ai messaggi da recapitare, in questo caso la ricerca di talenti.

 

 

Da una recente ricerca di Randstad e dal Best Workplaces For Millennials che abbiamo analizzato qui >link emerge come i giovani tra i 18-24 anni sono attratti dai temi come inclusione e diversità, mentre giovani tra i 25-34 anni prediligono l’atmosfera che traspare dall’azienda e le condizioni di lavoro.

 

 

Il consiglio Dc Group è quello di fare molta analisi e ricerca del proprio settore di competenza, del mercato e decidere una strategia di comunicazione e grafica chiare e riconoscibili. Comunicare sempre la verità e la vera attitudine del marchio!

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