20 anni di CSR (Corporate Social Responsibility)!

Novembre 12, 2021

Responsabilità Sociale delle Imprese (e delle organizzazioni) o secondo l’acronimo inglese CSR, Corporate Social Responsability, è “l’integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni interessate”, definizione apparsa ufficialmente nel Libro Verde della Commissione Europea, del 2001

Nel 2011 la Commissione Europea aggiustò leggermente il tiro, ricalibrando la definizione di Csr in quella di “responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società”. Tradotto: la crescita economica non deve più essere l’unico obiettivo, ma andare di pari passo con l’attenzione e la tutela dell’ambiente, col benessere della società e con lo sviluppo sostenibile.

10 anni dopo – ovvero oggi – la definizione è immutata, ma, visti gli incessanti stravolgimenti del mondo del lavoro, del mondo delle aziende e del mondo in generale, non è detto che debba essere in futuro riconsiderata.  Oggi la CSR è a tutti gli effetti una componente fondamentale dell’agire delle imprese, sia a livello di immagine, sia a livello economico che come strumento di guida e supporto delle persone. 

Un recente studio di EY ci dice che per il 72% degli italiani intervistati, le aziende di oggi devono fornire le indicazioni per tutti i dipendenti in relazione ai comportamenti da tenere e alle azioni virtuose in funzione dello sviluppo sostenibile.

D’altronde l’attenzione spasmodica alle sfide ambientali, economiche, sociali e anche sanitarie non è una scelta per gli addetti ai lavori, ma una necessità non più demandabile, né rimandabile. Se non “si svolta” in questi ambiti, si rischia un collasso del sistema mondiale, un cortocircuito, un pericolosissimo effetto domino in cui verrebbero coinvolti tutti.

La sostenibilità a 360° è diventato un dogma nel mondo di oggi a cui tutti dovranno adattarsi nei prossimi anni. Ecco perché la CSR, tappa fondamentale per il percorso che porta alla piena comprensione e attuazione della sostenibilità, non è più un mero approccio etico all’agire delle imprese, ma una vera e propria conditio sine qua non.

I dati del rapporto dell’Osservatorio Socialis, ci danno conferme ulteriori in questo senso “crescono di oltre il 25% gli investimenti rispetto alla precedente rilevazione, così come la percentuale di aziende che dichiarano il proprio impegno in iniziative di CSR, che sale al 92%, con una crescita di circa il 50% negli ultimi 18 anni”.

“Oggi più che mai, il benessere delle persone rappresenta uno degli obiettivi fondamentali per le aziende che hanno scelto di intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile – spiega Mara Barni, Group Communication Director di Fincons Group, azienda leader nella consulenza aziendale e integrazione di sistemi a sostegno della trasformazione digitale – “Viviamo in un’epoca dove l’innovazione ci sta portando verso una realtà di macchine guidate da un’intelligenza artificiale, oggetti interconnessi, auto senza pilota… ed è davvero molto facile cedere alla paura e pensare che non sia più l’uomo ad essere al centro degli obiettivi di tutta questa innovazione e trasformazione. Ma non dobbiamo cadere in questo errore. Mi piace pensare ad una sorta di illuminismo digitale, dove l’uomo deve avere il coraggio di servirsi della ragione, immaginando un mondo nuovo, ma adatto alla propria dimensione…”

Illuminismo digitale è una definizione che ci piace. In Dc Group lo citiamo spesso, in altri termini, meno ispirati magari, ma molto chiari: lo sviluppo sarà sostenibile quando tutti “sosterranno” la causa, a livello etico, certamente, ma soprattutto pratico. Lo sviluppo sostenibile di facciata non fa che aumentare la distanza tra la fase di sperimentazione che c’è oggi e il raggiungimento degli obiettivi. Quindi: Csr efficace, dipendenti consapevoli, collaborazione di tutti!

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